prima pagina pagina precedente




ECOLOGIA - AMBIENTE
Ciar cumè l'acqua del Lamber
Un fiume da vivere, un documentario presentato da Legambiente
di Edo Melzi


Da tempo non si vedeva la sala Maddalena tanto affollata: ma le oltre duecento persone che l'hanno riempita la sera del 22 febbraio hanno visto giusto.
Lo splendido filmato che il numeroso pubblico ha avuto la possibilità di gustare si è rivelato un vero e proprio gioiello.


E pensare che l'evento che ha dato il via al lavoro è stato uno dei tanti drammi che il Lambro ha dovuto subire nel corso della sua tormentata storia: l'ormai noto sversamento di sostanze inquinanti nel fiume ad opera della Lombarda Petroli, datato 2010.
Da lì l'idea di raccontare il Lambro attraverso le immagini e le parole di coloro che lungo il corso d'acqua hanno vissuto e continuano a vivere.
Ne è nato un delizioso racconto, inaspettato e sorprendente: una simpatica signora ci racconta come funziona un mulino, un anziano si commuove pensando all'inquinamento che rischia di uccidere il fiume.


Un giovane vogatore pagaia lungo il Lambro e ci narra come questa attività possa riconciliare con la vita (nelle foto: oggi e cent'anni fa subito dopo il Ponte dei Leoni a Monza).
E poi la natura che non ti aspetteresti di trovare in un luogo che negli anni Settanta veniva giustamente presentato come una sorta di cloaca a cielo aperto.


L'orrido di Inverigo regala atmosfere selvagge, i placidi meandri della bassa padana fanno scoprire una vegetazione ripariale quasi lussureggiante.
Luci e ombre: in certe zone del milanese il fiume scorre fra il cemento e non è più un fiume: è un canale non percepito nemmeno da chi abita lì vicino.


D'altra parte le oasi e i parchi che sorgono lungo le sue rive parlano della speranza di veder rinascere il fiume, un vero e proprio scrigno di vita e di storia.
Tre giovani registe hanno dato vita a questo piccolo capolavoro: Elena Maggioni, Hulda Federica Orrù e Carlotta Marrucci. Legambiente ha organizzato la serata.
La speranza è che questo filmato possa essere proiettato anche nelle sale cinematografiche e nelle scuole. E' giusto che venga conosciuto dal maggior numero di persone possibile.

Edo Melzi


in su pagina precedente

25 febbraio 2012