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ECOLOGIA - AMBIENTE
Lambro: la parola agli esperti
a cura di Matteo Barattieri


Giovedì 28 novembre Comitato per il Parco, WWF Sezione Valle del Lambro, Legambiente Monza e Comitato Antirumore Biassono hanno organizzato una conferenza stampa, invitando due esperti di Lambro a parlare:
Pompeo Casati (già docente di Geografia Fisica all'Università degli Studi, Milano) e studioso da sempre di questioni relative al Lambro
Mino D'Alessio, geologo, all'attivo numerosi lavori e studi sulla questione acque e suoli nel nostro territorio (e non solo).
Riportiamo di seguito quanto illustrato e suggerito dagli esperti.

Le vasche di laminazione
Pompeo Casati ha ribadito l'importanza di realizzare le vasche di laminazione. Si tratta di una proposta da lui - e via via da gruppi di studio dallo stesso Casati coordinati - formulata più volte nel passato. Il riferimento in particolare è al suo articolo del dicembre 2000 su l'Arengario “Proteggiamo Monza dal Lambro – 'Casse di espansione' in difesa della città”. La vasca di laminazione (o cassa di espansione) altro non è che un terrapieno dove l'acqua di esondazione può scaricarsi, per poi essere rimandata nel corso d'acqua in modo graduale. Pompeo Casati individua due diverse zone dove insediare tali strutture, dopo aver ricordato che una grande vasca di laminazione naturale è lo stesso Lago di Pusiano.
 
Parco di Monza
Il Parco costituisce preziosa risorsa per la città, lì si può scaricare una gran quantità d'acqua, che trova sfogo in aree di esondazione lasciate libere da interventi antropici. Una delle zone di esondazione nel Parco è il settore della Valle dei Sospiri. Secondo Casati in caso di piene particolarmente forti come quelle di questi giorni tuttavia occorre avere a disposizione uno strumento in più: un terrapieno posto lungo il muro di cinta del Parco, e all'interno dello stesso, che possa fermare le acque, creando appunto una vera e propria vasca. L'opera non avrebbe impatto sul territorio, si tratterebbe di un semplice dosso. Andrebbe poi aggiunto un sistema di sfioratori che verrebbero aperti in occasione di piene.
 
Lago

foto Franco Isman - arengario.net

Bevera (Baggero).
Casati lamenta l'opposizione di comitati locali alla realizzazione di queste strutture, previste da uno studio commissionato di recente dalla Regione Lombardia. L'opera è stata comunque realizzata.
(Nota del redattore. L'opera è stata contestata dai comitati locali - e modestamente anche dal sottoscritto - perché è mastodontica e perché stravolge gli equilibri della Bevera, aggiungendo cemento e cancellando aree naturali. E' stata realizzata lo stesso con risultati nulli, anzi catastrofici. In fondo trovate un comunicato stampa sui fatti di questi giorni diffuso da Legambiente Merone, storico gruppo di difensori del Lambro).
 
Falda freatica
Subirà, secondo Pompeo Casati, un innalzamento di una decina di metri. La cosa non creerà particolari problemi al territorio monzese, ma sarà causa di guai più a sud.
 
Andate a Velate… seguite la Pelucca
A Velate, racconta Casati, è stata realizzata una interessante vasca di laminazione. La sua costruzione ha sfruttato il letto prosciugato e interrato del Torrente Molgorana, corso d'acqua scomparso il cui tratto finale si trova nel Parco (entra nel Lambro), in corrispondenza della porticina di Villasanta.
La Roggia Pelucca è piena d'acqua, sicuramente continuerà a buttare almeno per un anno intero. Casati e gli attivisti delle associazioni ambientaliste invitano tutti i cittadini a seguire e documentare le vicende dell'unica risorgiva monzese.
 
Cosa può e deve fare il Comune... questioni legali urbanistiche e non solo
Le fasce fluviali definite dal PAI (Piano Assetto Idrogeologico) devono essere recepite dagli strumenti urbanistici. Il PRG attuale si è dotato, secondo D'Alessio, di uno studio geologico carente e da rifare. Al momento non si sa se la Regione abbia rigettato tale studio o meno.
Mino D'Alessio ha ricordato che l'attuale riordino della materia acque in ambito legislativo concede ai Comuni la possibilità di operare. Va detto che la ridistribuzione di compiti e mansioni è tuttora in fase di definzione, le nuove disposizioni di legge sono materia ancora fresca e necessitano di una messa a fuoco.
Se le Regioni hanno voce in capitolo sul reticolo idrografico principale, i comuni possono invece lavorare sul reticolo minore (torrenti, rivi, rogge...). Monza può dunque operare sul tema, e deve farlo.
In tema di pianificazione, lamenta D'Alessio, si è fatto poco da sempre a Monza. Lo stesso Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale Valle del Lambro ha trattato in modo superficiale la materia. Manca un coordinamento serio tra i comuni interessati dal fiume. Manca persino un serio e capillare monitoraggio delle portate. Occorre, sottolinea sempre il geologo monzese, una raccolta dati continua e seria. Monza dovrebbe dotarsi anche di una stazione meteorologica completa e adeguata.
Il coordinamento va poi esteso all'ARPA. Il Comune deve impegnarsi a creare un ufficio che lavori su una tematica così importante.

Matteo Barattieri



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30 novembre 2002