prima pagina pagina precedente salva il testo

ECOLOGIA - AMBIENTE
Gli otto Grandi, il Kilimanjaro e noi
Concluso a Trieste il vertice del G8.
di Franco Achille

Kilimanjaro

Le nevi "eterne" del Kilimanjaro

Le aspettative per questo vertice non erano dissimili da quelle dei vertici precedenti. Non si è mai mosso nulla, al di là di grandi dichiarazioni di intenti.
In una Trieste non ancora invasa dalle acque (ma lo sarà fra una trentina d'anni), le delegazioni degli otto grandi inquinatori (pardon, paesi più industrializzati del mondo) hanno discusso ancora una volta sul che fare per ridurre i così detti gas "di serra" che provocano l'aumento della temperatura. Sono anni che questi vertici terminano così come iniziano, ma questa volta possiamo affermare che la montagna ha finalmente partorito un topolino. Sino ad oggi non si era mai potuto stabilire che l'effetto serra era prodotto dall'inquinamento industriale, per l'opposizione continua e pervicace degli USA che, per non ridurre il tenore di vita dei propri cittadini, continuavano a sostenere che la causa dell'effetto serra era l'attività umana (come dire: l'aria che espiriamo).
A Trieste, per la prima volta, la delegazione USA ammette che l'inquinamento è anche dovuto all'attività umana. E' un passo avanti enorme. Ora si può discutere di inquinamento anche degli USA. La produzione mondiale dei gas di scarico responsabili dell'effetto serra è di circa 30 miliardi di tonnellate annue, la metà dei quali prodotti dagli otto paesi più industrializzati del mondo, la metà dei quali prodotti dagli USA.
Al vertice di Kyoto del 1997 si era stabilito l'obiettivo di una riduzione media del 5%, assumendo il 1990 come anno base e il 2012 come anno di arrivo. Tra i G8 la riduzione era diversificata: per l'Europa l'8%, per gli USA il 7%, per il Giappone e per l'Italia il 6%. Com'è andata? Un disastro! Solo la Germania ha preso sul serio la cosa, riducendo del 12% le proprie emissioni. USA, Canada, Giappone non ne vogliono sapere e l'Italia ha aumentato le proprie emissioni del 6,5%.
E pensare che l'Italia potrebbe essere un Paese all'avanguardia nell'utilizzo delle fonti alternative di energia, grazie alle risorse naturali di cui dispone (sole, venti, acque).
Invece arranca all'ultimo posto dei paesi europei.
Ma torniamo a noi. A Trieste i G8 hanno concluso che "…Vi sono forti prove che il riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni è attribuibile alle attività umane…".
I G8 sono preoccupati per la situazione ed hanno deciso che decideranno di decidere qualcosa nei vertici futuri. Per adesso "…riconosciamo - affermano i ministri - l'importanza di continuare le consultazioni su alcune tematiche…".
Questi signori non hanno ben chiaro il precipitare della situazione. E' nostro compito farglielo capire.
Fino a ieri chi ha avuto la fortuna di sorvolare il Kilimanjaro non può dimenticare lo spettacolo mozzafiato offerto dai suoi ghiacciai "eterni", in contrasto con l'ambiente equatoriale circostante. Oggi un terzo dei ghiacciai è già scomparso e tra venti anni quello che era uno spettacolo unico al mondo (almeno ventimila turisti vanno ogni anno in Tanzania a goderselo) non esisterà più.
La Tanzania cesserà di essere una meta turistica, ed i suoi abitanti avranno un motivo in più per venirci a trovare, Bossi o non Bossi.
Il mondo così come l'abbiamo conosciuto verrà sconvolto nei prossimi anni. I ghiacci dell'oceano artico e antartico continueranno a sciogliersi sempre più in fretta, e così anche tutti gli altri ghiacciai del mondo.
Intere regioni ed isole saranno sommerse dalle acque e cittadinanze intere saranno costrette a emigrare dando luogo a conflitti epocali di sopravvivenza.
Nei paesi equatoriali farà sempre più caldo costringendo intere popolazioni a cercare scampo al Nord.
In Europa i paesi meridionali, come l'Italia, subiranno la desertificazione delle regioni morfologicamente più deboli, mentre i paesi del nord avranno un clima più umido e caldo, quasi "caraibico", con violenti temporali anche fuori stagione, stagioni che d'altra parte non si riconosceranno più. Già oggi gli alberi fioriscono con un mese di anticipo.
Insetti sconosciuti come la zanzara tigre cominceranno ad infestare le nostre notti, e già i primi squali tropicali si fanno notare nelle nostre acque più calde.
Tutto questo aggraverà in Italia la situazione idrogeologica di talune regioni, sempre in emergenza ogni volta che cadono due gocce d'acqua. Le inondazioni che in Italia erano una volta ventennali, sono diventate decennali, quinquennali e saranno poi annuali e le coltivazioni subiranno danni irreversibili. Una bella consolazione visti i problemi che ormai affliggono la carne da alimentazione.
Insomma ci aspetta un futuro di fame e catastrofi.
E noi, popolo di navigatori e cantanti, di inventori e poeti, continuiamo a vivere come se niente fosse, a goderci la felicità dell'incoscienza, a lavorare per lasciare ai nostri figli proprietà e denari che, nella migliore delle ipotesi, potranno servire solo a costruirsi una bella cupola di vetro da difendere con le armi in pugno.
Forse è meglio muoversi per tempo. Trasferiamo le nostre paure ai partiti più sensibili . Facciamo sentire la nostra voce finché possiamo.
Fra non molto non avremo altri argomenti di cui discutere.

Franco Achille
afranco@galactica.it




in su pagina precedente

marzo 2001