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Memento Urbis
Monza città perduta ? Forse.
Ricostruisci tu il suo immaginario urbano prima che sia troppo tardi !
Xenia Marinoni


foto di monzagiovani

Questo il monito, l'invito da non lasciar cadere inosservato. Un consiglio che fa riflettere, un'occasione da prendere al volo. Memento Urbis 1.0. è stato tutto questo e molto di più ! Organizzata da Boccaccio 003 e dai Cittadini per il bene comune, dal 21 al 23 ottobre, è stata più che un'iniziativa socio-culturale: gli organizzatori hanno dato l'esempio di cosa significhi essere cittadinanza attiva. Hanno dato vita, con entusiasmo, a tre giorni in cui si è capito che lo spazio urbano dovrebbe essere costruito secondo le esigenze della popolazione e non, invece, essere lacerato e devastato da amministratori senza scrupoli. E questa proposta l'hanno pensata coinvolgendo al massimo i cittadini, che dal canto loro hanno risposto con un'ottima partecipazione. Sono stati allestiti numerosi workshop, costruiti con modalità differenti per adattarsi a qualunque target e linguaggio, organizzati in diversi luoghi della Città: si sono affrontati i temi dell'ambiente e dell'urbanistica parlando di Villa Reale; si è discusso della Cascinazza e dello scempio voluto da Mariani; del futuro incerto dell'ISA e dei suoi giovani che non hanno spazi dove studiare. Si è parlato anche del N.E.I. (il Nucleo Educativo Integrato intitolato a Enrico Farè) e del suo destino, stretto nella morsa di una privatizzazione che lascia molto scettici. Si è discusso con ospiti illustri come il regista Elio De Capitani, il sociologo Raffaele Mantegazza, l'urbanista Giorgio Majoli.
Ci si è incontrati per aggregare il più possibile senza esclusione: tutta la cittadinanza è stata chiamata, infatti, a pensare, a ragionare sui cambiamenti che rischiano di sconvolgere Monza. Perché tutti devono esserne coinvolti, senza eccezione alcuna… perché il cosiddetto “paesaggio urbano” non si limita a modificare gli atteggiamenti sociali e i comportamenti degli individui, ma induce veri e propri cambiamenti nella forma stessa della sensibilità e della coscienza… e questo non può avvenire e non deve passare sotto silenzio e nell'indifferenza dei cittadini!

Così Memento Urbis è stata un'interrogazione aperta, uno sguardo critico verso un futuro incerto e ricco di contraddizioni, per una Città messa sotto scacco da chi ricerca il profitto ad ogni costo, dove il problema urbano si confonde con quello politico. “Ci siamo ricordati tutti di essere cittadini di Monza, quando una minaccia incombente si è allungata su ciò che resta del concetto di cittadinanza per disgregarlo completamente. Abbiamo percepito l'urgenza di metterci in moto per sottrarre alcuni luoghi simbolo della nostra città alla corruzione della loro storia, della loro funzione, del loro ruolo nell'immaginario comune di tutti noi”. Chiaro e preciso il pensiero e la sfida degli organizzatori, di chi non si accontenta di rimanere osservatore passivo, ma sa mettersi in moto e in gioco in modo propositivo!
Ecco allora che Monza, per tre giorni, si sveglia dal torpore e diviene un luogo da percorrere, perlustrare, monitorare, vigilare. Ecco allora la necessità di proporre percorsi di sensibilizzazione “facendo informazione sul campo”! Rivolgendosi ai cittadini e attendendo risposte da essi per poi proseguire insieme il cammino. Un dialogo, quindi, ricco di input coinvolgenti, piuttosto che un monologo sterile e poco partecipativo. Un laboratorio attivo che è riuscito ad aggregare cittadini, dando loro la possibilità di confrontarsi da vicino e riscoprirsi simili: con le stesse angosce e le stesse motivazioni e speranze. Una proposta che ha saputo mettere in stretta relazione il piano della riflessione psicologica con quello della sensazione, cioè il piano estetico. E' stato un momento, lungo tre giorni, in cui chi ha risposto alla chiamata e non si è messo da parte, ha sentito quella spinta di aggregazione, capace di motivare a superare l'isolamento dispersivo e individuale di cui soffre l'uomo contemporaneo, quella degenerazione sociale che Simmel denomina “fobia del contatto”. Ora speriamo davvero che Monza sappia fare tesoro di tutto ciò.

Xenia Marinoni



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  31 ottobre 2011