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E' arrivato il branco 2
L'inaugurazione della sede di Lealtà Azione.
Franco Isman


la sede

“Anzitutto il fascismo… non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà – di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla.” (Benito Mussolini sulla Enciclopedia Italiana Treccani).

Non si trattava di semplice retorica, in vent'anni il fascismo ha portato l'Italia in guerra, prima contro l'Abissinia, e per portare la civiltà si sono usati anche i gas asfissianti, poi nella guerra di Spagna e infine nella più terribile delle follie: la guerra a fianco delle Germania nazista che aveva occupato mezza Europa. E l'esercito italiano fu inviato ad invadere la Francia, la Jugoslavia, l'Albania e la Grecia (e questa guerra, persa, fu la causa della perdita dell'Istria e della Dalmazia). Addirittura Mussolini aveva chiesto l'”onore” di partecipare alla conquista della Russia mandando allo sbaraglio il nostro corpo di spedizione con armamenti ed equipaggiamenti assolutamente insufficienti. E fu la terribile ritirata di Russia con oltre 80.000 morti.

All'interno la repressione di ogni opposizione con il ripristino della pena di morte e l'istituzione dei Tribunali Speciali che dal 1927 al 1943 hanno condannato (con sentenze inappellabili) 4.596 persone erogando 27.735 anni di carcere e 42 sentenze di morte di cui 31 eseguite.

Nel 1938 le infami leggi razziali, leggi di una gravità inaudita, leggi che toglievano i diritti civili a 40.000 italiani in quanto ebrei: radiati dalla scuola, dalle università, da tutti gli uffici pubblici, dall'esercito, dalle assicurazioni, dagli ordini professionali e messi quindi nell'impossibilità di esercitare il loro lavoro e di mantenere la famiglia, depredati delle loro proprietà oltre un certo valore, senza il diritto di sentire la radio (venivano requisite). “Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei” si è arrivati a scrivere in qualche negozio.

E dopo l'8 settembre la complicità con i nazisti nella deportazione degli ebrei italiani nei campi di sterminio. Untermenchen, sotto-uomini, li definiva Hitler e infatti poi per la loro “traduzione” ai lager tedeschi, che durava quattro o cinque giorni, venivano usati i carri bestiame, con cinquanta o addirittura cento “non persone” stipate in un carro, senza cibo, senza acqua, senza un posto dove fare i propri bisogni. Cinquanta anziani dell'asilo Gentilomo di Trieste (fra cui la mia prozia Clotilde Finzi, cieca e semi invalida) portati alla risiera di San Sabba e poi ad Auschwitz, e quanti saranno morti (e rimasti lì fra i vivi) durante il viaggio? E così è stata trasportata Ada Tagliacozzo di otto anni rastrellata dalle SS, rapita si dovrebbe dire, a Roma il 16 ottobre 1943 assieme ai suoi nonni, e nessuno è tornato, così gli anziani coniugi monzesi Ilda e Alessandro Colombo, così la tredicenne Anne Frank deportata con tutta la famiglia, ed è tornato soltanto il padre Otto, così una dei pochi sopravissuti italiani, Liliana Segre, anch'essa tredicenne, “spedita” ad Auschwitz dal “binario 21”, quello nei sotterranei della stazione Centrale di Milano, assieme al padre, separato da lei all'ingresso del campo e non più tornato. Fino all'episodio sconvolgente di Carolina Calò, deportata assieme ai suoi tre bambini, che partorirà il quarto nel carro bestiame, e verranno tutti gassati e “passati per il camino” appena arrivati ad Auschwitz (il marito Eugenio Calò, comandante partigiano, morirà combattendo, meritandosi la medaglia d'oro al v.m.).

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Il giudizio storico sul Fascismo dovrebbe essere un dato acquisito e universalmente accettato, ma così non è ed associazioni come Lealtà Azione ad esso si richiamano esplicitamente.
Lealtà Azione” non intende uniformarsi alla nefasta pretesa di coloro che vedono nella storia italiana un “male assoluto” rappresentato dal Fascismo (NDR fra cui Gianfranco Fini) che fu e rimane patrimonio di tutto il popolo italiano che per oltre vent' anni in esso si riconobbe come interprete e tutore dei propri interessi e della propria grandezza” proclama la sezione milanese dell'associazione.
“…noi camerati invece abbiamo la certezza, (che) uccidendo a piazzale loreto l'uomo resero l'idea immortale…A NOI !” scrive l'associazione di Magenta sul suo sito di FB, e ieri un iscritto alla sezione di MB: “...la notte è di quelle stellari un Bosco intero pieno di LUPI, FRATELLI..Domani la mia piccola ha 3 anni .. ho un figlio stupendo....mia Moglie la sposerei tutti i giorni e sono Fascista...non voglio più niente.......”

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“Siamo contro la violenza” dichiara Paolo, che si definisce portavoce dell'associazione di MB e preferisce non comunicare il suo cognome, e in effetti i membri dell'associazione non hanno certo l'aria dei picchiatori ma piuttosto quella dei bravi ragazzi, tutti con la loro bella polo grigia con il bordino tricolore oltre al gladio e alla testa di lupo del loro logo.
E sulla vetrina della loro sede, un ex negozio ad una luce, sono attaccati quattro innocui manifesti: uno sull'intitolazione nella stessa giornata di venerdì dei giardini di via Calatafimi a Sergio Ramelli, quello sull'inaugurazione della sede e tre più vecchi sulle celebrazioni della giornata del Ricordo, contro la pedofilia e a favore degli “amici a quattro zampe” della sede di Milano, quella del convegno sul generale SS Leon Degrelle, criminale di guerra.
Peccato siano razzisti e fascisti.

Franco Isman


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  25 settembre 2011