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La maledizione di Sant'Ambrogio
La metropolitana a Monza: mai
di Franco Isman


Sant'Ambrogio

Tutti conoscono quella che non si sa bene se fosse solamente una profezia o una vera e propria maledizione, lanciata da Sant'Ambrogio abbandonando Monza: “Munscia, munscetta… te saret semper governada da fieou”. Ed ancor peggio è andata dopo le recenti elezioni comunali quando è stato addirittura piazzato in giunta un autorevole esponente di quegli interessi privati da sempre contrapposti a quelli della Città.
Ma appassionati studiosi, esaminando vecchi documenti appartenenti al “Fondo Antico” della Civica biblioteca, hanno recentemente scoperto che la profezia-maledizione aveva un seguito che era stato trascurato in quanto nei secoli passati non ne era stata compresa la rilevanza. E il seguito diceva: “… e te gaveret minga la metro”.
E questo spiega quanto avvenuto nei decenni passati e sta succedendo ora.

All'inizio si era detto che a non volere la metropolitana a Monza fosse stata la potente lobby dei commercianti, ma questi avevano sempre smentito, sostenendo che si trattava di mera leggenda.
Proprio da questo episodio pare abbia avuto origine la locuzione “leggenda metropolitana”, diventata di uso comune. Poi, perso il tram, pardon, il metrò, le cose più strane.

Prima la famosa “bilottata a fune” dell'amministrazione Mariani Uno, seguita dall'altrettanto fantasiosa “metrotranvia” liricamente descritta da Faglia, con il gran pavese sulla “perteghetta”, al servizio della rinata Villa Reale. Peccato che per arrivarci avrebbe dovuto attraversare in superficie (e nel traffico) tutta Monza, attrezzata (e sconciata) con binari e linee aeree, sferragliando e cigolando nelle strette curve attraverso viale Romagna, corso Milano, largo Mazzini, via Manzoni, piazza Trento e Trieste, piazza Carducci e, finalmente, con curva e contro curva, via Dante.
In mezzo, ma se ne torna a parlare, la soluzione S-Bahn alla tedesca: linee ferroviarie suburbane che arrivando in città si infilano sotto terra o in sopraelevata ed assolvono la funzione di linee metropolitane. (vedi “Piano della mobilità – da treno a S-Bahn” ). Un'ipotesi di tutto rispetto, da applicare, nel nostro caso, utilizzando le esistenti linee ferroviarie, ma che dipende essenzialmente dalle decisioni delle Ferrovie e della Regione che si sono sempre mostrate indisponibili alla realizzazione delle fermate cittadine richieste dal Comune, per una vera o presunta incompatibilità (nonostante i quattro binari fra Monza e Milano) da un lato con gli intercity, soprattutto verso la Svizzera, ma anche con il trasporto merci.

Finalmente, durante il secondo periodo dell'amministrazione Faglia, il pratico abbandono della metrotranvia a favore dell'ipotesi del prolungamento interrato della linea 5 con il raggiungimento in un primo tempo di via Borgazzi ma poi, attraverso il centro, dell'ospedale Nuovo ed oltre. Ipotesi assolutamente realistica, oggetto di uno studio di fattibilità di Metropolitana Milanese per conto della Regione, aggiornato nel 2005.

Adesso il perpetuarsi della maledizione: della metropolitana a Monza, Bettola a parte, non si parla proprio più: nel protocollo di intesa fra Governo, Regione, provincia di Milano e comune di Milano, siglato il 31 luglio di quest'anno, si stabiliscono le priorità degli interventi in programma negli anni a venire per un investimento di ben 3155 milioni di euro, eccoli:
  • il prolungamento della linea M1 da Sesto FS a Monza-Bettola;
  • la realizzazione della nuova linea M4 da Lorenteggio-San Cristoforo a Linate aeroporto (stima: 790 milioni di euro per il primo lotto, 910 milioni per il secondo);
  • la realizzazione della M5 dalla stazione di porta.Garibaldi a via Bignami al confine di Milano con Sesto su viale Fulvio Testi, in previsione di attestarsi anch'essa a Bettola, già in corso;
  • il prolungamento a Ovest della stessa M5 da Garibaldi a piazza Axum-S.Siro (stima: 657 milioni di euro);
  • il prolungamento della linea M3 a Paullo (stima: 798 milioni di euro).
Immediata la protesta della Brianza che ha visto abbandonato il progetto del prolungamento della M2 a Brugherio, Carugate, Agrate-Colleoni, Concorezzo, Vimercate e che, in una riunione a Brugherio con la presenza dell'assessore provinciale alla Brianza Gigi Ponti, della senatrice dell'Ulivo Emanuela Baio, del deputato della Margherita Enrico Farinone e di amministratori di numerosi comuni, ha ribadito con forza la necessità di tale collegamento. Un percorso molto logico, di cui si parla da anni, ma ben lontano da Monza che, per ora, tace.

Evidentemente la causa principale di questo abbandono di Monza, nonostante questa sia quasi diventata capoluogo della nuova provincia di Monza e Brianza, è da ascriversi alla maledizione di Sant'Ambrogio, ma il milanocentrismo della Moratti, unito al disinteresse di Mariani, che addirittura contesta il prolungamento a Bettola della M1, hanno certamente avuto il loro peso. Faglia almeno ci stava provando.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net


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  8 agosto 2007