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Liberazione



la vecchia stazione in demolizione

Questa è una cartolina storica, non tanto perché ci mostra il monumento ai Caduti, il liceo Zucchi e la casa fra largo 25 aprile e via padre Reginaldo Giuliani, com'erano negli anni fra il '32, quando è stato inaugurato da Mussolini il monumento, e il '45 quando è stata spedita la cartolina, tutto sommato molto simili a come sono tuttora, ma per il suo significato.

Il timbro postale purtroppo non si legge ma la cartolina è certamente di poco dopo la Liberazione, l'indirizzo del mittente è Largo 28 ottobre, la marcia su Roma delle Camicie Nere, non ancora epurato e trasformato in Largo 25 aprile.

In essa Mario Finzi scrive ai cognati Vittorio e Guido Macchioro a Roma, informandoli in pratica di essere ancora vivo e di essere scampato alle razzie di tedeschi e fascisti che catturavano gli ebrei, e lui era ebreo, e li spedivano in carri bestiame piombati a Auschwitz dove venivano uccisi e “passati per il camino”.

il verso

Carissimi –scrive in stile telegrafico- spettatori miracolosamente scampati immane tragedia ansiosi notizie parenti pregoti informarmi condizioni tue e famiglia. Noi riuniti felicemente con famiglie Clara Giorgio. Affettuosamente, firmato Mario Bice.

Mario Finzi e Bice Macchioro, con quella bellissima firma volitiva, erano i miei nonni, Clara la mia mamma e Giorgio mio zio venuto a Monza da Trieste nel 1938 essendo stato licenziato dal suocero a seguito delle famigerate leggi razziali, anche se questi, essendo un privato, non ne aveva alcun obbligo. Zio Giorgio abitava al primo piano della casa di Largo 28 ottobre, tutta la parte che si vede nella cartolina. Poi ci ho abitato io… ma questa è un'altra storia.

Franco Isman


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