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ECONOMIA E DINTORNI
Il non-economista 4
Giacomo Correale Santacroce

Montezemolo e Tremonti

Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato che il ministro Tremonti sta gestendo il  bilancio dello Stato, ma non sta facendo una politica economica.
Per l'esattezza ha detto: "Tenere in ordine i conti dello Stato è un mestiere fondamentale e difficile che Tremonti ha dimostrato di saper fare bene. Ma se l'incapacità di pensare alla crescita trasforma il Ministero dell'Economia in un Ministero del Bilancio, allora sarebbe auspicabile che il premier si facesse carico in prima persona delle scelte fondamentali di politica economica".

Ora, a parte l'improponibilità della seconda ipotesi (Berlusconi sa di politica economica meno ancora di Tremonti, e meno ancora ne sa il neo ministro dello Sviluppo, il propagandista Romani: l'uno e l'altro hanno ben altro in testa), Montezemolo è stato generoso dicendo che Tremonti "ha dimostrato di saper fare bene" il gestore del Bilancio dello Stato. Le ultime notizie lo confermano: il debito pubblico continua ad aumentare paurosamente da quando  il bilancio è in mano a Tremonti, e non si trovano i soldi per   riforme fondamentali come quella dell'Università. E frattanto la spesa pubblica aumenta. La ragione è semplice: ed è che senza una strategia  economica qualsiasi politica di bilancio è destinata a fallire. Anche in una impresa. Una impresa produttiva naturalmente, che lavori per i clienti in condizioni di concorrenza, e non un'azienda speculativa, o monopolistica, che lavora per sé stessa.

Una domanda che viene in mente è: cosa avrebbe saputo fare la sinistra al posto di Tremonti, e cosa dovrà fare se andrà al potere dopo Berlusconi?
Cosa avrebbe fatto lo hanno dimostrato Prodi con il Ministro Padoa Schioppa: lenta ma sistematica riduzione del debito pubblico, preservando un avanzo primario (il rapporto entrate-spese al netto degli interessi da pagare per il debito).
Cosa dovrà fare la sinistra se va al potere: credo che dovremo prepararci a una politica economica e finanziaria durissima: da destra illuminata. Ma è meglio saperlo prima, senza farsi illusioni.

Giacomo Correale Santacroce

Articoli precedenti:
- Brunetta e il non economista
- Il non-economista 2
- Il non-economista 3


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Armando Pioltelli
October 14, 2010 10:54 PM

La destra lascia le macerie, la sinistra viene chiamata per sistemare i danni, poi il popolo italiano o le baruffe interne al centro sinistra riconsegnano agli squali di destra il bottino da sperperare.
Quando la capiremo una volta per tutte che la prossima volta dobbiamo togliere ai ricchi per dare ai poveri?

Armando
UNITI SI VINCE



Giuseppe Poliani
October 15, 2010 12:38 PM

Ma se ripercorreremo la via della destra in economia perderemo ancora:
questa crisi non è una crisi di crescita ma è una crisi strutturale del capitalismo che è arrivato alla fine. Occorre convincersene.
Gli imprenditori "aspettando godot" aspettano senza far nulla una ripresa che non c'è e che sarà sempre più tenue e incerta se basata su questo modello economico consumistico attuale e che ci permetterà di arrivare ai livelli pre-crisi tra dieci anni (forse).
Dobbiamo trovare la soluzione in altri modelli di sviluppo e di stili di vita perché il mondo ce lo chiede (Cina, India, Brasile, paesi emergenti), stili che debbono avere la loro radice ovviamente in scelte di macroeconomia ed economia quotidiana: tobin tax, tasse alle banche, salario minimo garantito, si produce ciò che serve e le bombe se vogliono le producano i terroristi, agevolazioni per chi non delocalizza, diritto allo studio ed alla scuola dell'obbligo vero per tutti, sostegno alla ricerca scientifica ad ogni livello, metter fuori legge i paradisi fiscali, niente più condoni di nessun tipo, via gli indagati dalla vita pubblica (a vita).
Le belle addormentate si stanno svegliando improvvisamente tutte dopo anni ed anni di collaborazionismo con Berlusconi (Fini, Marcegaglia, Casini, e persino Bagnasco con Avvenire) ma solo per riproporre vecchi schemi economici non più validi.
I minatori estratti vivi in Cile ci insegnano qualcosa di nuovo: i ricavi delle interviste andranno a beneficio di tutte le famiglie di minatori.

Giuseppe Poliani



Giacomo Correale
October 15, 2010 4:28 PM

D'accordo, Giuseppe. Insomma, occorre essere riformisti, di quelli veri, cioè di sinistra.  Ma occorre che molti a sinistra capiscano che molte cose economiche e sociali che sembrano di destra sono di sinistra. Vedi le privatizzazioni di Prodi (purtroppo, molte finite male, cioè a monopolisti privati. Ma vogliamo tornare all'IRI e alla Cassa del Mezzogiorno, come sta facendo la destra?).  Vedi le "lenzuolate" di Bersani, che significano semplicemente che il mercato (per lo più) è di sinistra (distrugge i privilegi e premia il merito e i consumatori, cioè i lavoratori; quando non degenera in monopolio). Vedi il libero scambio, certamente da gestire e regolare   (la difesa dei "campioni nazionali", o delle imprese "che non delocalizzano", il protezionismo insomma, favorisce i monopoli e i privilegi a danno degli esclusi, cioè dei lavoratori e delle imprese competitive); la flexsecutiry (la difesa del  posto fisso uccide le imprese e quindi i lavoratori: occorre gestire la mobilità in modo che non sia precarietà). Eccetera.
Si può consumare meno e meglio, ma per farlo occorre costruire un sistema ad hoc, complesso, gestito democraticamente. Chi pebsasse di farlo "dall'alto", finirebbe per mandare i frigoriferi al Polo e i piumoni in Africa.
Qualche volta è accaduto che   una destra illuminata facesse  una politica di sinistra (vedi la Germania), mentre certi governi di sinistra fermi a vecchi  schemi ideologici hanno finito  per essere conservatori.

Giacomo

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  14 ottobre 2010