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L'acquisto della Cascinazza
Per il merito della questione non è cambiato nulla ma in realtà se uno compra è perché pensa di avere un asso nella manica...

Alfredo Viganò
March 05, 2008 12:53 AM


Primo: scampato pericolo per ora. La modifica ammazzaparchi alla legge urbanistica è stata ritirata dal Consiglio regionale.

Acquisto Cascinazza, il gioco delle tre tavolette:  vi sono più società in gioco ma in realtà da tempo e in più questioni unite (anche su Monza). Infatti la Lenta Ginestra srl è partecipata della Bastogi tramite la Brioschi Finanziaria Spa e non è questo, della Cascinazza, il solo impegno su Monza e che lega anche la Axioma Real Estate srl (che è società che fa capo a diversi imprenditori immobiliari lombardi). Proprio per questo poco più di due anni fa fu siglato un accordo per la utilizzazione di aree e immobili della Brioschi finanziaria a Monza e della Lenta Ginestra, con l'acquisto del 30% di questa da parte della Axioma (vi furono scambi anche di partecipazione di altra società del gruppo per compensare le cose). Dalle informazioni sulla stampa specializzata si sa che ora la Brioschi sviluppo immobiliare ha realizzato un accordo con la Axioma  e con la Lenta Ginestra  per dare a questa un “finanziamento soci infruttifero” di 40 milioni di euro per acquistare  il 100% del capitale della società Istedin  proprietaria della Cascinazza. Perché ora?

Le cose stanno cambiando e vi sono fatti nuovi se la proprietà Cascinazza ha deciso di superare la pretesa di “vendo a più di 90 milioni di Euro a scatola chiusa”. Dando per scontato che non vi sarebbe stato il nuovo PGT della Città o, dopo gli infruttiferi tentativi vari, che si sarebbe proceduto a modifica del Piano di Governo del Territorio, poi.
Si tratta di un primo acconto anche se consistente (40 milioni di euro). Acconto che supera ampiamente il valore di quanto consentito dalle attuali previsioni del PGT e quindi sintomo aperto di attesa di aumento dei volumi consentiti oggi dal Piano.

Sarà interessante vedere i contenuti di questi patti e come si evolveranno dato che, a quanto si dice, la proprietà qualche mese fa rifiutò 60/70 milioni di euro, sempre a scatola chiusa. Sarà interessante valutare quanto cresce la cifra in funzione delle decisioni pubbliche di variante allo strumento urbanistico. In quel momento si potranno valutare se e come vi siano state aspettative indotte da scelte politiche e amministrative e fare i conti in tasca e la misura dell'interesse pubblico o privato.

Altra novità è il fallimento del tentativo di organizzare una specie di agenzia privata del territorio formata dalle proprietà delle “osservazioni diniegate ma di fatto sospese nel Limbo in attesa di variante. Infatti questo annuncio di impegni per la vendita e acquisto con tanto di deposito di soldi sembra togliere di torno quella ipotesi (perseguita per alcuni mesi alla fine del 2007) che in sostanza era un modo di spalmare la volumetria mettendo in gioco più aree degli scontenti (buona parte in agricolo) per pagare il pedaggio della Cascinazza con una cordata di proprietà ed imprese. Non per gentile tributo ma per fare di un disagio anche un affare in maggiore o minore misura.

A ben vedere però questo accordo di vendita (presumo dai nomi societari in gioco, dalle osservazioni fatte al PGT e dallo stato di attuale destinazione delle proprietà), riprende questa scelta di “spalmare” i volumi o gli interessi in giro per Monza o altrove, questa volta tra poche società le volumetrie mettendole in parti diverse del territorio. (Uno di questi giorni ne parleremo evidenziando i punti che si presume di interesse nel territorio per questa ipotesi di pianificazione “privata” del territorio, sia per aree agricole che di ambiti strategici). Alcune scelte e stravolgimenti dell'ultima ora sulle osservazioni sono indicative di una navigazione a vista senza “indirizzi trasparenti”. Vedremo, in questo campo la storia di Monza insegna.

Continuo a pensare che la questione non cambia:
-        che la prima cosa da fare è di studiare la organizzazione paesistica della zona di esondazione delle piene del Lambro come fatto preliminare ad ogni decisione. Qui come al Parco storico e lungo l'asta del fiume, prima di pensare a qualsiasi intervento a ridosso dello stesso. Questo dice anche il protocollo deliberato dalla stessa giunta sul contratto di fiume . Come minoranza ne abbiamo chiesta la discussone come emendamento al bilancio ma non si vuole neppure accettare di discuterne dichiarandola impropriamente una cosa inammissibile in sede di bilancio ( sic!).  Questo aspetto concerne comunque grande parte dell'area che non può essere appiccicata ad un Piano di Lottizzazione privato.
-        La seconda è di studiare e organizzare il parco agricolo connesso a quello del Medio Lambro
-        Che venga cancellato il canale inverosimile che deturperebbe il Parco e la Città tutta, inventato sulla carta e che consente di giocherellare poco seriamente con le aree lungo il fiume e con le fasce di rischio idraulico in particolare nella zona Cascinazza.
-        che comunque per fare le varianti desiderate su aree agricole  o cambiano ancora una volta la legge regionale “ad hoc”  o cambiano il Piano Territoriale della Provincia. Il percorso non è comunque semplice e non è detto che lo sia neppure nella maggioranza dato che portare avanti a breve questa faccenda rovina altre economie locali.

Alfredo Viganò

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