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martirio di santa barbara (particolare del mercato)


Lorenzo Lotto a Trescore
a cura di Primo Casalini


vestizione di santa chiara (part)
Quasi felice. Così sembra essere stato Lorenzo Lotto negli anni bergamaschi, dal 1512 al 1525. Tante commissioni di tipo diverso: pale d'altare, affreschi, ritratti, perfino disegni per tarsie lignee, si susseguono, ed il Lotto accetta tutto e tutto porta a buon fine in poco tempo. Senza ripetitività: le due pale per le chiese di San Bernardino in Pignolo e di Santo Spirito, eseguite entrambe nel 1521, sono simili e diversissime. A Trescore, nell'oratorio della Villa Suardi, firma e data gli affreschi nel 1524. L'oratorio è piccolo e semplice: una navata sola col tetto sorretto da travi di castagno tagliate irregolarmente; in fondo, un'abside semicircolare. La luce (poca) viene da due finestre disposte dalla stessa parte. Le storie riguardano quattro sante: Barbara, Chiara, Caterina d'Alessandria e Maria Maddalena. C'è un Cristo-Vite con i tralci della vite che scaturiscono dalle dita, e vanno in tante direzioni, formando anche dei "medaglioni" dentro cui ci sono ritratti di santi. Ci sono gli eretici con roncole che si arrampicano su scale per tagliare i rami della vite, ma le scale precipitano e gli eretici cadono all'indietro. Ci sono dei putti festanti, in alto fra le travi di castagno ed i pampini della vite. Questi putti, sono ben diversi da quelli del Correggio nella Camera di San Paolo a Parma o del Parmigianino nella sala del castello di Fontanellato, affreschi di pochi anni prima: i putti del Lotto sono anticlassici, più vivaci ed irriverenti. Il Cristo è rappresentato in grande, gli eretici su una scala un po' minore, così è, o ancor meno, per i santi dentro i medaglioni e per i putti. Ai due lati del Cristo, su scala ancora più piccola, ci sono le storie di Santa Barbara. Non solo: sulla parete di fronte, le storie di Santa Chiara sono organizzate con una impaginazione spaziale del tutto diversa. Queste volute irregolarità hanno per molto tempo impedito il giusto apprezzamento degli affreschi, così lontani dalle regolarità simmetriche degli artisti del tempo, anche di quelli più mossi. Il Lotto è completamente assorbito nella narratività di ciò che accade, e tutto il resto gli va bene se è funzionale ad una espressività vivacissima. Un esempio fra tanti. Se c'è una scena che dovrebbe essere corretta è la scena della vestizione di santa Chiara, difatti al centro sta il vescovo, in basso c'è Chiara prosternata sui gradini, da una parte gli uomini, dall'altra le donne (che sono poi i Suardi, come usava). Ma che fa il Lotto? Sfonda il muro della chiesa sopra il gruppo delle donne per mostrare Santa Chiara in azione, fra miracoli, elemosine e consolazioni. E c'è la minaccia della tempesta sul grano, c'è la belva feroce (una specie di cinghialone) rabbonita da Chiara, c'è il latte, il vino, la raccolta delle messi; è una fantasia che si esercita sulla vita quotidiana dei campi, degli armenti e dei mercati di pane, frutta e verdura, che proseguono l'attività fra l'irrompere dei lanzi e le varie tappe del martirio di Santa Barbara, rappresentate nello stesso affresco come se fossero temporalmente coincidenti.

il martirio di santa barbara (particolare dei lanzi)

Oltre al confronto con le operazioni analoghe del Correggio e del Parmigianino, si possono confrontare le sibille del Lotto con quelle della Sistina: sono sibille dalle mani contadinesche, le sue. Ma si sbaglierebbe, se si credesse ad un Lotto campagnolo ed alla fiacchezza e negligenza di cui parlava il Berenson, che, bontà sua, diceva che a Trescore il Lotto si mostra al suo meglio e al suo peggio. Credo che la voglia di comunicare del Lotto, tanto più forte quanto più era turbato ed ombroso di suo, lo portasse a guardare la realtà con gli occhi di chi l'avrebbe rivista attraverso le sue opere. Idea lontana dalla superbia rinascimentale. Curiosamente, nelle Città del silenzio lo apprezzò Gabriele D'Annunzio:
E per l'aria volar parean a schiera
i chèrubi fuggiti da Trescore
quei che Lorenzo Lotto il dipintore
alzò sui tralci della vite vera.
I nostri schemi abituali ci impediscono a volte di cogliere certe assonanze improbabili ma vere. Se il Pallucchini dice che a Trescore Lotto dipinge senza unità di visione, presumibilmente pensa all'ottica, perchè la visione intellettuale c'è, coerentissima. Pur nella ricchezza dei particolari, a nessuno viene in mente un bozzettismo, presente invece nelle opere di artisti seriosissimi e classicissimi. Forse il Lotto, quasi felice, coglie in ogni gesto, in ogni espressione, in ogni cosa la presenza del numinoso, del significante. Idea incarnata, quindi cristiana.


sibilla eritrea




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  6 dicembre 2003