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Il Caimano, inteso come film
di Franco Isman


Nanni Moretti con Jasmine Trinca e Elio De Capitani - AP photo - Luca Bruno

Visto, in quel di Monza, con la partecipazione di Nanni Moretti, del produttore, degli sceneggiatori, della brava Jasmine Trinca e del Caimano in persona: Elio De Capitani, monzese d'adozione, molto trascurato per la verità nei vari talk show. E in sala tutta l'intellighenzia di centro e di sinistra, o pseudo tale.
Come ormai tutti sanno, il Caimano, cioè il film su Berlusconi, è incapsulato nella storia di Bruno Bonomo, un produttore in crisi totale sia personale che professionale, interpretato da un bravissimo Silvio Orlando, cui viene proposto da una giovane esordiente una sceneggiatura che, soltanto con molto ritardo, percepisce che tratta niente popò di meno che di Berlusconi: il caimano, appunto.

con le veline

E il primo Berlusconi che vediamo, magistralmente interpretato da Elio De Capitani, è quello onirico, dei sogni, o meglio degli incubi del produttore, che aveva sempre prodotto film di seconda categoria, terrorizzato dall'impegno che si era preso. Divertenti i titoli di questi film-spazzatura: Stivaloni porcelloni, Sono pazzo di me, Maciste contro Freud, Mocassini assassini, La poliziotta coi tacchi a spillo…
E' quasi incredibile come De Capitani, regista ma anche attore del Teatro dell'Elfo, un omone grande e grosso con uno “stomaco” di tutto rispetto, come abbiamo avuto modo di ammirare di recente quando ha sostenuto la parte di Claudio, re di Danimarca, ne l'Amleto, sia riuscito e “rientrare” perfettamente nella parte. Splendida la sua interpretazione del discorso della “discesa in campo”, troppo bella, troppo efficace, quasi convincente.

Il secondo Berlusconi è… Berlusconi stesso che vediamo impegnato nel suo show più impressionante quando a Strasburgo, al suo debutto come presidente di turno dell'Unione Europea, aveva dato del kapò a un deputato che aveva osato criticarlo e dei “turisti della democrazia” all'intero consesso. Ma lo vediamo anche quando, in tribunale, racconta dei suoi lussuosi regali natalizi alle signore importanti, accuratamente registrati in modo da non ripetersi un anno con l'altro, ma anzi da arrivare a comporre delle vere e proprie parure di gioielli.

Poi, brevemente, la prova di un intervento che Michele Placido, attore prescelto per la parte nel film progettato, ha recitato senza alcun tentativo di mimetismo, con la bianca criniera di fluenti capelli.
Infine, nel gran finale immaginato per il film, con Berlusconi, finalmente condannato da un tribunale, che se ne va scatenando quasi una rivoluzione dei suoi aficionados che assaltano i giudici all'uscita dal tribunale, la parte è recitata da un efficace Nanni Moretti, anche qui senza il minimo tentativo di mimetismo: è Nanni Moretti con la sua barba ed anche i suoi occhiali. Troppo lontano dalla realtà, avrei preferito anche qui l'interpretazione di De Capitani.

Un film decisamente gradevole, addirittura geniale in qualche parte, molto ben recitato, come per esempio quando il povero Bonomo racconta le sue storie truculente per addormentare i bambini o quando scopre che la sua giovane e carina sceneggiatrice-regista è lesbica, che il suo bimbo è stato generato ricorrendo alla inseminazione artificiale in Olanda e che lo alleva assieme alla sua compagna di vita. Oh la pessima educazione maschilista: questo episodio mi ha soltanto divertito mentre mi sono addirittura rifiutato di andare a vedere la storia dell'amore gay fra due cow-boys di “I segreti di Brokeback Mountain”.

E l'aspetto politico?
Innanzi tutto sgombriamo il campo dall'accusa di una voluta uscita pre-elettorale del film, strumentalmente agitata dai berluscones: la data del marzo 2006 era stata annunciata addirittura nel febbraio 2005, quando proprio non si ventilavano le elezioni per questo periodo, ed è quella necessaria per poter presentare il film a Cannes, infatti in precedenza altri film di Nanni Moretti sono stati presentati negli stessi giorni dell'anno.
Certamente i nemici di Berlusconi, perché ormai non esiste via di mezzo, o lo si ama o si è convinti della sua pericolosità per la stessa democrazia e se ne è quindi fieramente ostili, ci sguazzano e si divertono anche a prescindere dal valore effettivo del film.
I suoi sodali invece, naturalmente comprendendo le frange estreme di fascisti e razzisti, lo denunciano come strumentalmente di parte.
Ma, ed è quel che più interessa, che effetto potrà avere alle prossime elezioni sugli indecisi?
Nessuno, io credo, perché in realtà non ci viene mostrato nulla di davvero nuovo, di non già assimilato, con indignazione o con indifferenza, e le folte schiere di indecisi si trovano soprattutto fra quelli che né leggono i giornali né vanno al cinema e viceversa si accontentano della Televisione, la grande Sorella.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net

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  26 marzo 2006