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Il sacco di Monza
Franco Isman


Cascinazza
Cascinazza - foto Franco Isman

Al di là delle peggiori previsioni.

Le varianti al Piano di Governo del Territorio, predisposte dall'ormai ex assessore all'Urbanistica, il vice ministro Paolo Romani, catapultato a Monza con lo specifico incarico di risolvere nell'interesse della famiglia Berlusconi il problema della Cascinazza, non sono ancora approdate in consiglio comunale.
Se ne parla in interviste dello stesso alla stampa addirittura di sei mesi fa; il consigliere Alfredo Viganò, precedente assessore all'urbanistica, cui si deve in massima parte l'andata in porto del PGT, ha prima ricevuto anonimamente degli elaborati relativi alle varianti, poi, con grandi battaglie, ha potuto consultare negli uffici tutti questi elaborati, allo stato attuale dei fatti.

Kafkiano quanto avvenuto in consiglio comunale lo scorso giovedì 19 novembre dove, alle documentate segnalazioni dell'architetto Viganò sugli scempi in programma, in particolare con la costruzione del nuovo Istituto Statale d'Arte in quello che dovrebbe essere parco del Villoresi tra la Boscherona e il Torneamento e la realizzazione della nuova Esselunga nella zona industriale di viale G.B.Stucchi con edificazione dell'area attualmente occupata in via Lecco, il sindaco ha reagito violentemente smentendo entrambe le notizie e dando del bugiardo a Viganò. (vedi il resoconto ed il filmato)
Poiché le affermazioni di Viganò si basano sui documenti ufficiali da lui esaminati negli uffici comunali, escludendo la malafede del sindaco, vi sono soltanto due ipotesi: a Viganò sono stati fatti vedere documenti sbagliati oppure il sindaco non è al corrente di quanto gli uffici avevano predisposto.

Ma veniamo a quanto si sa dei progetti di variante che questa indecente amministrazione ha in animo di portare in consiglio e approvare.

3200 ettari circa è la superficie del territorio del comune di Monza, Parco e Villa compresi;
  750 ettari circa quella di Parco e Villa;
1700 ettari circa le aree occupate da edifici e dalle loro pertinenze;
  290 ettari circa le aree agricole;
  460 ettari circa altre aree.

Le varianti di PGT prevedono di occupare ben 185 ettari di aree, per la massima parte agricole:
51 Cascinazza, 28 Boscherona, 10 Policlinico, 13 cave Rocca, 51 viale Campania a Bettola e via discorrendo, per una edificabilità di oltre due milioni di metri cubi (circa 500.000 alla sola Cascinazza, più di quanto mai ipotizzato nelle peggiori ipotesi ventilate in precedenza).

Tutto questo in presenza di ben 221 ettari di aree di trasformazione previste dal vigente PGT, cioè aree già urbanizzate, in gran parte ex industriali da riconvertire, aree che consentirebbero una quindicina d'anni di sviluppo, senza consumare ulteriori terreni, che sono un bene essenziale e non rinnovabile.
Tutto questo in un momento economico che vede una stasi quasi completa del mercato edilizio che non è sicuramente in grado di assorbire nuovi massicci interventi. Ma una volta concessa l'edificabilità, indietro certamente non si torna.
Un danno enorme per la cittą, un regalo colossale per gli speculatori, antichi e nuovi.

“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è il tema dell'Expo 2015 ed il consumo di buona parte delle poche aree verdi rimaste, Parco e Villa esclusi, è certamente contradditorio con questo assioma. Aggiungasi che il Piano territoriale provinciale (PTCP) all'articolo 84 consente modifiche di tal fatta del PGT soltanto dopo che sia stato realizzato il 75 per cento di quanto ivi previsto (ma il Piano è della provincia di Milano, vale finché non ne sarà approvato uno della nuova provincia, e vedremo cosa verrà proposto). Anche la Regione Lombardia nel Piano territoriale regionale (PTR), ancora da approvare, prevede che la precedenza sia data al recupero delle aree degradate.

Dovrebbe bastare il buon senso per amministrare per il bene dei cittadini di oggi e di quelli di domani e non contro. Appare di tutta evidenza l'opportunità, anzi la necessità, di salvaguardare i pochi terreni non edificati, di cui in buona parte è prevista nel PGT la trasformazione nel cosiddetto Parco di cintura e contemporaneamente di riqualificare le vecchie aree, per la maggior parte industriali, oggi degradate o addirittura abbandonate.

E' per questo che alcune forze politiche, sicuramente assieme alle associazioni ambientaliste, stanno per lanciare una “petizione” sottoscritta dai cittadini, strumento di democrazia partecipata espressamente previsto dalle norme, che chiede all'amministrazione comunale di salvare dall'edificazione le aree verdi libere o agricole previste nel Piano di governo del territorio vigente, dando priorità agli interventi di riqualificazione delle aree già ora edificate e in condizioni di dismissione o degrado.
Nessuno ha la pretesa di essere il solo difensore della vivibilitą della nostra cittą e quindi l'unico oppositore della selvaggia speculazione edilizia, per cui ci si augura veramente che la petizione venga sottoscritta da tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro simpatie politiche, e venga presa in seria considerazione dall'amministrazione in prima battuta e dal consiglio comunale poi per bloccare le ipotizzate tragiche varianti al PGT.

Franco Isman


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  25 novembre 2009