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Leggi ad personam
di Franco Isman


“Le leggi ad personam approvate in questi due anni hanno stravolto la democrazia: è stato depenalizzato il falso in bilancio, uno dei punti deboli del presidente; limitato l´uso giudiziario delle rogatorie dall´estero; sistemato il conflitto di interessi con una forma vergognosa che esclude dal governo chi dirige personalmente televisioni, giornali, industrie ma non chi li possiede e, per chiudere il cerchio, la impunità delle cinque più alte cariche dello Stato fra cui naturalmente la presidenza del Consiglio”. Così scriveva Giorgio Bocca su L'espresso ancora nell'agosto del 2003.
A queste leggi bisogna aggiungere la legge “Cirami” sul legittimo sospetto che avrebbe dovuto togliere a Milano i processi a Berlusconi e Previti, la cosiddetta legge “salva Previti” che accorcia i termini della prescrizione, l'estensione del condono edilizio alle zone protette e vi fa quindi rientrare anche le mega opere a mare della villa del premier “La Certosa”, il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna che vieta di costruire a meno di 2 chilometri dalle coste che blocca, tra l'altro, l'edificazione di “Costa Turchese”, un insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di Marina Berlusconi.

18.01.2005 - la Cascinazza nella neve e nella nebbia
19.01.2005 - la Cascinazza nella neve e nella nebbia - foto Fr.I. - l'Arengario

Monza, terza città della Lombardia, di cui è stata recentemente decisa la promozione a provincia, non vuole “essere da meno”, e nasce un caso molto simile a quello della Sardegna.
Esiste all'estremo Sud della città un terreno agricolo denominato “la Cascinazza” dell'estensione di oltre 500.000 metri quadrati e di proprietà della IEI – Istituto Edilizia Industrializzata – di Paolo Berlusconi, su cui il piano regolatore Piccinato del 1971, che prevedeva uno sviluppo della città addirittura a 300.000 abitanti contro i 120.000 di oggi, avrebbe consentito di edificare 388.000 metri cubi di abitazioni. Di fatto esiste una convenzione degli anni Sessanta con il Comune ma non era mai stata chiesta una licenza edilizia (poi concessione edilizia, oggi permesso di costruire) e nel frattempo un nuovo piano regolatore, il Benevolo del 1997, destinava l'area a “parco di cintura urbana”, una “variante di perequazione” del 2002, voluta dalla precedente giunta di Forza Italia, adottata dal consiglio comunale ma attualmente sospesa per alcune opposizioni, ripristinava la facoltà di costruire (per una cubatura inferiore, circa 220.000 metri cubi), il PAI – Piano di assetto idrogeologico – della Autorità di bacino del fiume Po, approvato dal presidente del Consiglio Amato e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'8 agosto 2001, vietava qualsiasi edificazione in considerazione che l'area doveva considerarsi zona ad altissimo rischio di esondazione del fiume Lambro “ove sono possibili la perdita di vite umane oltre che danni gravi agli edifici e alle strutture”.

E si viene ai nostri giorni, il PAI è stato modificato, forse a seguito di un faraonico e irrealizzabile progetto di canale scolmatore che dall'interno del Parco a Nord della Città dovrebbe convogliare le acque di piena a Sud della Cascinazza, e l'area è stata dichiarata edificabile. Il provvedimento non è stato ancora pubblicato sulla G.U., ma non manca certamente molto.

Una richiesta di danni della IEI al comune di Monza è stata respinta dal Tribunale, riconosciuta valida dalla Corte di Appello (e i danni richiesti con separato procedimento sono stati quantificati dalla IEI in 300 milioni di euro), cassata con rinvio dalla Corte di Cassazione e nuovamente respinta da altra sezione della Corte di Appello di Milano che ha negato qualsiasi inadempienza da parte del Comune e che, tra le altre cose, ha affermato il diritto-dovere della Amministrazione pubblica di decidere la destinazione dell'area secondo i prevalenti interessi della collettività, oltre a condannare la IEI al pagamento delle spese di tutti i gradi di giudizio.

Il comune di Monza ha da due anni in corso di elaborazione l'aggiornamento del PRG con l'adeguamento e gli elaborati richiesti dalle nuove norme. Eliminata la spada di Damocle dei danni miliardari ingiustamente richiesti da IEI, la giunta ha deciso di destinare l'area della Cascinazza a verde agricolo nell'ambito di un parco sovracomunale e, poco prima di Natale, ha approvato la bozza di piano che dovrà proseguire il suo iter con l'approvazione del consiglio comunale.

A questo punto cosa accade?
I "responsabili" della IEI di Paolo Berlusconi affermano che  "la variante al PRG finirà per strozzare tutti gli interventi urbanistici in fase di definizione a Monza" (cfr. Corriere della Sera dell'8 gennaio).
Infatti, con una accelerazione improvvisa, viene approvata in commissione regionale una nuova legge (regionale) che all'articolo 25 prevede che: ”i comuni il cui strumento urbanistico generale sia stato approvato anteriormente all'entrata in vigore della legge regionale 15 aprile 1975, n.51... (e soltanto Monza fra i comuni di una certa importanza è in queste condizioni), sino alla approvazione del PGT (Piano di governo del territorio), che andrà a sostituire il PRG (Piano regolatore generale), non possono dar corso all'approvazione di varianti di qualsiasi tipo, del piano dei servizi , nonché di piani attuativi in variante e di atti di programmazione negoziata di iniziativa comunale”. E questo in aperto contrasto con la Costituzione, con lo stesso Statuto regionale e con i dettati sulle Autonomie locali.

Questo significa esattamente quanto i responsabili della IEI avevano previsto con grande lungimiranza (!), significa che a Monza, stante la sospensione del piano del 2002, rimarrebbe ancora e soltanto in vigore il piano Piccinato del 1971 (!) che non potrebbe essere modificato ma soltanto sostituito dal PGT (Piano di governo del territorio) previsto dalla nuova legge in sostituzione del PRG, significa che la IEI di Paolo Berlusconi (ma non soltanto questa) potrebbe riempire di cemento la Cascinazza e le poche aree libere di Monza ancora esistenti.

Rimarrebbero in vita i soli programmi sottoscritti con la Regione: stazione della metropolitana a Bettola, restauro e adeguamento della Villa Reale, mentre resterebbero bloccati tutti gli altri: dai piani integrati di intervento già concordati con i privati, e citiamo per tutti la pinacoteca da realizzare su progetto di Gae Aulenti sull'area ex Pastori e Casanova, all'università sull'area del vecchio ospedale San Gerardo, alla sede della Provincia, all' edilizia popolare ed in generale qualsiasi intervento pubblico e privato che implichi una variante al piano regolatore.

Un'altra legge ad personam. Per non essere da meno, appunto.

Franco Isman

vedi anche:
Il lato Oscuro della Forzadi Alfredo Viganò del 17 gennaio 2005
Mobilitazione generaledi Carlo Arcari del 18 gennaio 2005
La Cascinazza è salva?di Franco Isman del 23 novembre 2004


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  19 gennaio 2005