L'Arengario, baricentro e simbolo della Città
prossimo capoluogo della Provincia di Monza e Brianza
L'Arengario è anch'esso un simbolo della nostra Città. La cartolina, presa da via Italia, mostra l'asse nord-sud della croce determinata dalla Ferdinandea e fa intravedere la via Carlo Alberto dietro l'Arengario. E' molto bella con le sedie Thonet della birreria d'angolo. Con minuta e bella calligrafia una Signora (mi sembra Bice)scrive da via Frisi 18, Palazzo Archinti, parla dei suoi bambini, fa gli auguri anche per il Marito e dice che il Tram per Milano c'è ogni mezzora (ma la cartolina è più antica e non sembra esserci ancora il Tram). E' spedita a Donna Cleofe Michel .ad Alessandria. Sembrerebbe viaggiata nel 1901. Già in una cartolina precedente (La carozzetta - 1920) ne abbiamo delineato la storia, cosa rappresentava e come era importante per la Municipalità, per la Giustizia, per le informazioni che venivano date ancora in tempi relativamente recenti dalla sua Parlera. Importanza della quale le stesse ricostruzioni di parte della città medievale, nell'Ottocento, riconoscevano, al punto di farne il traguardo visivo di chi entrava in città e passava il Ponte dei Leoni, dove prima il Ponte di Arena, di origine romana, traguardava invece il Duomo, dove in origine era sorto il Palazzo di Teodorico e poi quello della Regina Teodolinda. Tanto importante anche come monumento da essere poi isolato, con le demolizioni che hanno portato alla formazione di piazza Roma. L'Arengario sta in alto sul fiume, quasi baricentro della città murata e dal ponte si arriva con una salita che ne rivela ancor più l'importanza, la meta, il simbolo della municipalità. Chi progettò la nuova strada Ferdinandea e le costruzioni che la definiscono, sentì la necessità, di fronte all'Arengario di sottolineare la nuova simmetria che si determinava con il nuovo asse nonché l'importanza dell'evento. Simmetriche infatti e di architettura rilevante sono le due costruzioni che terminano via Vittorio Emanuele. Alte ma non fuori misura per l'Arengario, con facciate definite da monumentali lesene classiche che determinano l'importanza storica ed ambientale del luogo, anche attraverso le architetture civili. La strada termina così con un piccolo slargo che esalta la presenza dell'Arengario nel nuovo sistema urbano. La seconda cartolina, presa dai portici dell'Arengario, mostra questo slargo e si intravede sulla destra una delle facciate di cui si è detto. Le tende sono di un Restaurant Brasserie . Alessandro, agli inizi del '900 manda impudicamente baci e saluti alla Signorina Amalia di Venezia. La vista in assoluto preferita nelle cartoline è quella da via Italia. Comunque vi mostro una bella copertina della Domenica del Corriere del 1901 (dalla mia collezione) dove un corteo passa in via Carlo Alberto per andare in pellegrinaggio sul luogo del regicidio. Il disegno di Beltrami mostra sul fondo una splendida vista dell'Arengario e della Torre con l'orologio. Il titolo della copertina è : Il Pellegrinaggio delle Associazioni e delle scuole milanesi sul luogo del regicidio a Monza, il 14 marzo. Dietro, la demolizione fu più ampia (il pretorio) e, a mio parere, meno significativa, come disegno, se non per l'intenzione di realizzare una nuova piazza, per i tempi abbastanza ampia ma, anche in questo caso, non tale da sminuire le dimensioni e l'importanza del monumento. Il nuovo sistema urbano fa dell'Arengario il centro anche visivo e di immagine della Città, così come viene colto (pur con una assialità imperfetta) da via Italia, via Carlo Alberto e via Vittorio Emanuele. Dietro la piazza Roma chiude questo sistema a croce pur non impedendo un'ampia vista anche da chi esce dal sistema di piazza Trento e Trieste, largo IV Novembre, piazza Carducci e piazza San Paolo.
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5 febbraio 2007